Cefalunews,
2 ottobre 2015
Lo scorso 26 settembre nella Sala Consiliare del Comune di Brebbia (VA) è stata inaugurata la mostra dedicata ai 65 caduti di Brebbia nel Primo Conflitto Mondiale.
L’inaugurazione
è stata preceduta dalla Conferenza del Colonnello Mario Pietrangeli del Comando
Militare Esercito Lombardia che ha illustrato il “Ruolo delle Ferrovie nella
Prima Guerra Mondiale”. L’Alto Ufficiale ha trattato i seguenti argomenti:
1) Inquadramento
storico-militare;
2) Le principali
operazioni ferroviarie connesse con le Operazioni Militari sul fronte;
3) I Treni Armati e i
Treni Ospedale;
4) Le ferrovie di
guerra “Decauville”.
La mostra, che potrà
essere visitata sino al 30 ottobre, è articolata in tre settori:
A) Documenti e Fogli
Matricolari nonché “foto dei Caduti di Brebbia”;
B) la Prima Guerra
Mondiale vista dalla Scuola di 1° Grado “Carducci” di Gavirate (VA);
C) “Il ruolo delle Ferrovie
nella Prima Guerra Mondiale”.
In particolare, nella
Conferenza dell’Alto Ufficiale è stato messo in rilievo: che vennero impiegati veri
e propri treni armati, come quelli della Marina Militare Italiana (muniti di
artiglierie da 76 mm e 152 mm) che operarono lungo il tratto di costa tra il
Canale d’Otranto e Ravenna e che costituirono un’efficace difesa litoranea
mobile.
Sul fronte orientale,
anche l’Esercito utilizzò treni armati con pezzi da 152/40 mm per bombardare le
zone operative nemiche del Carso Triestino. I treni sanitari e ospedale
contribuivano intanto allo sgombero di migliaia di feriti e ammalati. In
particolare, la Regia Marina durante la Grande Guerra attivò una serie di treni
armati, equipaggiati con cannoni navali di piccolo e medio calibro per operare
sulla linea ferroviaria adriatica.
Furono allestiti nel
1915 dalla Direzione di Artiglieria ed Armamenti del Regio arsenale marittimo
di La Spezia, che per realizzare i carri di servizio e quelli dei pezzi di
piccolo calibro, dei cannoni antiaerei e delle mitragliatrici utilizzava carri
pianale tipo POZ delle Ferrovie dello Stato modificati e rinforzati; i carri
dei pezzi da 152 mm invece erano costruiti direttamente in arsenale.
I treni non erano blindati ed erano serviti da personale della Regia Marina alle armi e da personale delle Ferrovie dello Stato militarizzato alla manovra. I pezzi da 152/40, incavalcati su affusti a piattaforma scudati tipo “Ammiragliato” con alzo fino a 28° e brandeggio su 360°, erano inchiavardati singolarmente sui carri tipo Poz.
Lo stesso tipo di carro
portava invece due cannoni da 120/45 Mod. 1918 su affusto a piedistallo
scudati. I pezzi antiaerei da 76/40 Mod. 1916 R.M. erano invece privi di
scudatura. I pianali Poz dei pezzi erano dotati di quattro martinetti manuali
che alla messa in batteria venivano abbassati sulla massicciata.
I T.A. erano riuniti in
un circuito telegrafico militare diretto. Ogni treno era munito di una cassetta
telegrafica da campo e di un apparecchio telefonico, che con apposita asta
potevano inserirsi nel circuito telegrafico e così comunicare con gli altri
treni, le stazioni ed i posti di osservazione.
A ciascun convoglio era assegnato un settore di copertura di circa 60 km di litorale ed esso stazionava solitamente in una stazione o in galleria nella zona centrale del settore, in modo da poter raggiungere la zona d’intervento nel minor tempo possibile.
Se la
sede non era centrale, poiché gli attacchi navali si concentravano nelle ore
del mattino, nelle ore dell’alba il treno si portava in agguato al centro della
zona di sorveglianza, in modo da non dover coprire più di 30 km, che alle
velocità del tempo erano percorsi in circa 25 minuti. Per ridurre i tempi d’intervento,
durante la guerra fu decretato il blocco della circolazione per 40 minuti dall’alba,
in modo da avere sempre un binario libero sul quale il treno, ogni mattina, si
poneva con le caldaie in pressione, pronto a partire.
La Direzione del
servizio treni armati era ad Ancona, difesa stabilmente dai pezzi da 120 mm del
T.A. VII. Essa dipendeva dal Comando in capo del dipartimento marittimo dell’Alto
Adriatico di Venezia.
Il servizio assicurava
la difesa mobile della costa adriatica da Ravenna a Bari, in particolare nelle
zone più esposte agli attacchi austro-ungarici tra Ravenna e Termoli e tra
Barletta e Bari. Durante il conflitto vennero formati 12 convogli, denominati
dalle sigle da T.A. I a T.A. XII. I treni armati operavano in convogli di due
treni, uno operativo ed uno logistico, che durante gli spostamenti non
operativi viaggiavano uniti.
A seconda dell’armamento
imbarcato, si distinguevano tre tipi di convoglio. Il treno armato era trainato
da due locomotive FS 290 o 875, una alla testa ed una in coda. Era costituito
di norma da 3 a 5 carri dotati di cannoni, da 2 a 4 carri portamunizioni e da
un carro comando. Il treno logistico era invece formato da una carrozza adibita
ad alloggio degli ufficiali e sottufficiali, due carrozze alloggio per la
truppa, un carro cucina ed officina ed un carro adibito a deposito materiali.
Nella 2^ Guerra
Mondiale, quando l’avvento del carro armato e dell’aereo consentì un incremento
della mobilità tattico-operativa sufficiente per un ritorno al combattimento
manovrato, ai treni rimase il compito dei grandi trasporti strategici e dello
sgombero dei feriti e/o malati con i treni ospedale. I movimenti ferroviari
potevano però svolgersi quasi soltanto nella Zona Territoriale, a causa
dell’incombere della minaccia aerea e quindi della possibilità di essere
colpiti, dall’alto, anche in profondità dietro le linee amiche.
L’evoluzione
tecnologica delle armi moderne, per le quali le linee e le installazioni fisse
della ferrovia sono divenute facili bersagli, relega ormai il treno - sempre di
più - a compiti prevalentemente logistici nelle retrovie sempre importanti e
nell’attualità dei nostri giorni come mezzi di supporto in gravi calamità
nazionali.
Foto di copertina:
Treno armato di tipo 1 durante la prima guerra mondiale. In primo piano il carro comando, seguito dai pezzi da 76 mm e da quelli da 152 mm. Da Wikipedia,
Foto a corredo dell'articolo:
Cannoni da 152/40 su carri di tipo Poz in forza alla 101ª Batteria d'assedio del Regio Esercito. Monfalcone, 1917. Da Wikipedia.
Prima Guerra Mondiale. I marinai italiani sulla costa adriatica l’approdo dei Treni Armati. Tavola di Achille Beltrame, Collezione privata.
Zone di operazione. Foto per gentile concessione del Col. Mario Pietrangeli.
Si ringrazia per le indicazioni documentarie e iconografiche il Colonnello Mario Pietrangeli, del Comando Militare Esercito Lombardia.
Giuseppe Longo