Il Giornale del Mediterraneo, 8 marzo 2013
In Sicilia a difesa delle coste contro un possibile sbarco, al di là delle generiche postazioni militari, intervennero in appoggio anche i Treni armati. La Città di Termini Imerese (PA) ebbe pure un ruolo rilevante nella difesa dei suoi litorali. Il territorio costiero imerese, prima dello sbarco Alleato del 1943, fu inserito nel quadro del Comando Operativo di Messina ed ebbe assegnato il Treno Armato antinave (T.A.) 152/1/T.
Nell’isola, buona parte dei treni armati impiegati furono distrutti durante lo sbarco anglo-americano, sia dai bombardamenti aeronavali nemici sia autodistrutti da parte degli stessi militari della Regia Marina. Quest’ultima azione fu dettata dal timore che i Treni Armati potessero cadere in mano nemiche. I pochi convogli ferroviari superstiti, furono rimossi e inviati nella penisola per essere utilizzati in altri fronti di guerra e adoperati anche come postazioni di artiglieria fissa.
I treni armati furono speciali convogli ferroviari utilizzati per la difesa delle coste. I treni, furono dotati di artiglieria e mitragliatrici di piccolo e medio calibro, disposti su pianali ferroviari. L’uso sistematico di questi convogli avvenne con lo scoppio del Secondo Grande Conflitto.
In Italia lo sviluppo di questi particolari treni risale alla Prima Guerra Mondiale e furono impiegati per la difesa delle coste adriatiche dal fuoco navale austriaco.
Nel corso della Grande Guerra, furono realizzati 12 treni armati, e secondo quanto riporta l’Almanacco Storico Navale della Marina Militare Italiana, alla voce “Treni Armati della Marina”, questi convogli denominati con la sigla (T.A. I/XII), si distinguevano in tre tipologie:
I
tipo: armato con 4
pezzi antinave da 152/40 ripartiti uno per carro e 2 pezzi antiaerei 76/40 su
un unico carro. Complessivamente il treno era composto da 16 carri ed un
equipaggio di 85 uomini.
II
tipo: armato con 4
pezzi antiaerei e antinave da 120/40 ripartiti 2 per carro e 2 pezzi antiaerei
Skoda da 75 o da 76/40, oltre ad alcune mitragliatrici Colt-Browing da 6,5 mm
su affusto antiaereo. Complessivamente il treno era composto da 12 carri ed un
equipaggio di 65 uomini.
III tipo: con
armato unicamente contraereo composto da 8 pezzi da 76/40, e numerose
mitragliatrici Colt-Browing da 6,5 mm. Complessivamente il treno era composto
da 13 carri ed un equipaggio di 75 uomini.
In particolare, secondo quanto ci riferisce il sig. Virginio Trucco*: “Il materiale rotabile era composto nel seguente modo: carro Po, carro pianale a due assi, carro Poz, carro a pianale a carrelli, carro F carro coperto a due assi per derrate, carro FI carro coperto a due assi, carro FF carro coperto a due assi a passo allungato, carrozza ABz carrozza passeggeri a carrelli, bagagliaio DPz bagagliaio a carrelli. In tutto il conflitto furono attivati 12 treni armati, divisi in tre tipi, così composti;
Treno “ 1° Tipo” 6 convogli: 1 locomotiva gruppo 290 o 875 in testa, 1 carro Po modificato utilizzato come carro comando e D.T. (direzione del tiro), 1 carro Poz con due pezzi da 76/40 contraerei, 1 carro F utilizzato come santabarbara, 4 carri Poz con un pezzo da 152/40 e 64 colpi di pronto impiego, 1 carro F utilizzato come santabarbara, 1 locomotiva gruppo 290 0 875 in coda.
Treno “ 2° tipo” 5 convogli: 1 locomotiva gruppo 290 0 875 in testa, 1 carro Po modificato utilizzato come carro comando e D.T., 2 carri Poz con due pezzi da 120/40, 2 carri Poz con due pezzi da 76/40 antiaerei e due mitragliatrici antiaeree, 1 locomotiva gruppo 290 o 875 in coda.
Treno” 3° tipo” un convoglio: 1 loc gruppo 290 o 875 in testa, 1 carro Po modificato utilizzato come carro comando e D.T., 4 carri Poz con due pezzi 76/40 2 2 mitragliatrici antiaeree, 1 carro FF utilizzato come officina, 2 carri F utilizzati come santabarbara, 1 loc gruppo 290 o 875 in coda. Ad ognuno di questi treni era assegnato un treno logistico così composto: 1 loc gruppo 290 o 875 in testa, 1 carro serie FI utilizzato come cucina e cambusa, 2 carri FF utilizzati deposito materiali, officina e alloggio personale, 1 carrozza Abz 1910 utilizzato come alloggio ufficiali e sottoufficiali, 1 bagagliaio DPz utilizzato come alloggio marinai, 2 carri F utilizzati come deposito munizioni”.
I
responsabili agli armamenti del Treno Armato appartenevano alla Regia Marina,
mentre soprintendeva alle operazioni di manovra, il personale militarizzato (i
ferrovieri furono militarizzati a partire dal giugno 1943 sia in Sicilia che in
Sardegna) appartenente alle Ferrovie dello Stato (FS). Per essi vi erano
speciali carri logistici di sussistenza.
Aggiunge il sig. Trucco: “Per ogni treno, vi era poi un treno logistico, per l’alloggio dei mariani e le riparazioni. Ad ogni treno, fu assegnato un tratto di costa di lunghezza fra i 60 e gli 80 Km. In questa tratta , veniva individuata una stazione, dotata di opportuni binari di ricovero, dove i due treni stazionavano di notte.
Poco prima dell’alba, tutto il traffico ferroviario, veniva interrotto, e il treno armato si portava in una stazione atta ad incroci/ precedenze, sita a circa metà della tratta assegnata, detta stazione di appostamento, questo perché l’alba era l’ora migliore per le incursioni, il sole basso sull’orizzonte, rendeva difficoltoso l’avvistamento e la direzione del tiro. In particolari località particolarmente esposte, furono approntati, dei terrapieni, al fine di fornire un qualche riparo al treno.
In caso d’allarme, erano state date opportune disposizioni ai dirigenti movimento, tutto il traffico doveva essere interrotto, tutti i treni ricoverati (la maggior parte della linea era a binario unico) in modo da lasciare libero transito al treno armato, che vista la velocità di circa 60Km/h, in più o meno mezzora, potevano raggiungere gli estremi della tratta assegnata.
Ogni treno era comandato da un tenete di vascello, specializzato in artiglieria e tiro, con una forza di 60/90 fra sottufficiali e comuni, e personale del genio ferrovieri adibito alla conduzione del convoglio, macchinisti, aiuto macchinisti, capotreno e frenatori.
L’organizzazione dei treni armati, fu affidata alla Regia Marina, perché proprio alla Marina?. Colpire una nave in mare non era cosa facile, occorre calcolare distanza , velocità, rotta, deriva e scaroccio, vento reale e relativo, scarti fra le salve e soprattutto bisogna pensare come un marinaio, accostaste, variazioni di velocità, ecc. insomma per colpire una nave in mare serve un marinaio.
I treni
armati furono allestiti su materiale rotabile fornito dalle FF.SS. presso
l’arsenale di La Spezia, su normali pianali ferroviari, furono montati cannoni
da 76mm o 120mm, furono applicate delle mensole, con piedi a vite al fine di
bloccare i carri al suolo e scaricare su di esso la forza del rinculo dei
pezzi, alcuni pianali furono rinforzati per ospitare cannoni da 152 mm. La
composizione dei treni armati, prevedeva 4 cannoni da 120 o 152, più 2 da 76
per il tiro contraereo”.
Finita
la Grande Guerra, si operò all’ammodernamento dei convogli e dei pezzi
d’armamento. A partire dall’anno 1939, i dodici treni in servizio furono
assegnati alle seguenti sedi, sei a Taranto e il restante a La Spezia.
Commenta ancora il sig. Trucco, “Finita la guerra, alcuni treni armati, vengono messi in riserva, presso gli arsenali di La Spezia e Taranto, mentre gli altri vengono disarmati e il materiale viene restituito alle FF.SS. ma lo Stato Maggiore della Marina , non abbandona l’idea della difesa costiera affidati ai treni armati, anzi ipotizzò il loro impiego in tutti i tratti di costa, in cui il tracciato ferroviario seguiva il litorale, per questo a metà degli anni venti , venne studiato e realizzato un carro di nuovo tipo, dotato di un pezzo da 152mm, con quattro riservette corazzate per i colpi di pronto impiego ai quattro angoli del carro.
A metà degli anni Venti entrarono in servizio dei treni contraerei , costituiti da due carri Poz , ognuno con 3 pezzi da 102/35, i soliti carri comando e santabarbara, un carro dotato di fotocellula e il carro cucina. All’inizio degli anni Trenta, l’Ufficio Studi dello Stato Maggiore della Marina, lavorò su un progetto di difesa costiera, che partendo dalle esperienze maturate, studiò le tratte ferroviarie interessate, la velocità delle linee e il loro limite di peso assiale, la disposizione delle stazioni e la capacità dei loro binari di ricovero.
Ne uscì uno studio, che indicava come calibro massimo per i cannoni il 152 o 120 mm, il numero massimo in 4 e per mantenere i pesi del convoglio che le cariche di lancio fossero ridotte, ma comunque atte a garantire una gittata di 9 miglia ( circa 16 Km). In base alla velocità del convoglio, la lunghezza massima delle tratte, doveva variare al massimo fra i 40/50 Km.
La conclusione dello studio, prevedeva l’utilizzo di 33 convogli per la difesa costiera. Lo studio rimase alla fase di progetto e fu completamente abbandonato a metà degli anni Trenta.
Comunque nel 1936, entrò in servizio un nuovo tipo di carro pianale a carrelli, al centro era montata una torre di tipo navale alle estremità due ricoveri protetti, uno utilizzato come riservetta per i colpi di pronto impiego e l’altro come riparo per i marinai, durante gli spostamenti e appostamenti per la protezione antiaerea, che nel frattempo era aumentata, sui vecchi carri a pianale, vennero montati due pezzi da 76/40 o due mitragliatrici antiaeree.
Per la conduzione dei treni, si pensava di far ricorso a personale delle FF.SS. militarizzato, comunque il reggimento Genio Ferrovieri, predispose equipaggi composti da 10 elementi, 1 sottufficiale come capo treno, 1 caporale e due soldati come frenatori, 2 caporali come macchinisti 4 soldati come fuochisti.
Treno
armato con pezzi da 120mm an
1 loc gr.740 o
735 in testa
4 carri Poz
ognuno con pezzo da 120/45
1 carro Po
armato di due mitragliere antiaeree,inizialmente da 13,2mm poi sostituite con
il calibro 20 mm
1 carro Po
modificato utilizzato come carro comando e direzione del tiro.
1 carro F
utilizzato come santabarbara
1 loc gr. 740 0
735 in coda.
Treno
armato con pezzi da 152 mm an
1 loc gr 740 o
735 in testa
1 carro Po
modificato utilizzato come carro comando e direzione del tiro.
4 carri Poz
ognuno con pezzo da 152/40
1 carro Po
armato di due mitragliere antiaeree,inizialmente da 13,2 mm poi sostituite con
il calibro 20mm
1 carro F
utilizzato come santabarbara
1 loc gr. 740 0
735 in coda
Treno
armato con pezzi da 76 mm aa
1 loc gr 740 o 735
in testa
1 carro Po
modificato utilizzato come carro comando e direzione del tiro.
3 carri Po
ognuno con due pezzi da 76/40 aa
1 carro Po
armato di due mitragliere antiaeree,inizialmente da 13,2mm poi sostituite con
il calibro 20mm
1 carro F
utilizzato come santabarbara
1 loc gr. 740 0
735 in coda
Treno
armato con pezzi da 102 mm an e aa
1 loc gr 740 o
735 in testa
1 carro Po
modificato utilizzato come carro comando e direzione del tiro.
3 carri Po
ognuno con due pezzi da 102/35 an e aa
1 carro Po armato
di due mitragliere antiaeree,inizialmente da 13,2mm poi sostituite con il
calibro 20mm
1 carro F
utilizzato come santabarbara
1 loc gr. 740 0
735 in coda
Composizione
di un treno logistico.
1 loc gr 740 o
735 in testa
1 carro FI
utilizzato come segreteria
1 carro FF
utilizzato come cucina e cambusa
2 carrozze serie
Cly utilizzate come alloggio durante i trasferimenti
2 carri F
utilizzati come depositi munizioni
1 carro FI
utilizzato come officina e deposito ricambi.
Nel corso del 1942, in base alle esperienze maturate durante il conflitto, i treni armati con pezzi da 152, furono modificati, inserendovi parte del convoglio logistico nel treno armato
Treno armato con pezzi da152 modificato
1 loc gruppo 740
o 735 in testa
4 carri Poz
ognuno con pezzo da 152/40
2 carri Po
ognuno con 2 mitragliere aa da 20mm
1 carro FF
utilizzato come carro comando e segreteria
1 carro Po
modificato come osservatorio e D.T.
3 carri F
utilizzati come carri deposito munizioni
1 carro FI
utilizzato come bagagliaio e deposito indumenti
2 carrozze Cz
utilizzate come alloggio
1 carro FF
utilizzato come cucina e cambusa
1 carro FI
utilizzato come officina e deposito pezzi di rispetto.
Allo scoppio del Secondo Conflitto Mondiale come ci fa sapere l’Almanacco Storico Navale della Marina Militare Italiana i Treni Armati era così ripartiti:
Gruppo
con base logistica a La Spezia e Comando operativo a Genova
T.A. 120/1/S –
4-120/45 e 2 mitragliatrici cal. 13,2 mm. Breda Mod. 31 a Vado Ligure – Savona
T.A. 120/2/S –
4-120/45 e 2 mitragliatrici cal. 13,2 mm. Breda Mod. 31 a Albenga – Savona
T.A. 120/3/S –
4-120/45 e 2 mitragliatrici cal. 13,2 mm. Breda Mod. 31 a Albisola – Savona
T.A. 120/4/S –
4-120/45 e 2 mitragliatrici cal. 13,2 mm. Breda Mod. 31 a Cogoleto – Genova
T.A. 120/5/S –
4-120/40 e 2 mitragliatrici cal. 13,2 mm. Breda Mod. 31 a Sampierdarena –
Genova, con compiti antiaerei.
(Dovrebbe trattarsi di un treno da 76 antiaereo)
Gruppo
con base logistica a Taranto e Comando operativo a Palermo
T.A. 152/1/T –
4-120/40, 2-76/40 e 2 mitragliatrici cal. 13,2 mm. Breda Mod. 31 a Termini
Imerese – Palermo
T.A. 152/2/T –
4-152/40, 2-76/40, 2 mitragliatrici cal. 13,2 mm a Carini-Palermo
T.A. 152/3/T –
4-152/40, 2-76/40, 2 mitragliatrici cal. 13,2 mm a Crotone-Catanzaro
T.A. 152/4/T –
4-152/40, 2-76/40, 2 mitragliatrici cal. 13,2 a Porto Empedocle-Agrigento
T.A. 102/1/T –
6-102/35, 2 mitragliatrici cal. 13,2 mm Breda Mod. 31 a Siracusa, in funzione
contraerea.
T.A. 76/1/T - 4-76/40, 2 mitragliatrici cal. 13,2 mm Breda Mod. 31 a Porto Empedocle, in funzione contraerea
Il comando distaccamenti mobili i “Marimobil”, ovvero (difesa mobile) inizialmente erano comandati da un Capitano di Corvetta. Agli inizi del 1940 il comando di ciascuno delle difese mobili venne assegnato ad un Tenente di Vascello.
A bordo dei treni vi erano due Ufficiali: un Sottotenente di Vascello con funzione di vicecomandante e un Tenente del Corpo Reale Equipaggi Marina (C.R.E.M.). Gli Ufficiali erano coadiuvati da un numero variabile di Sottufficiali e Marinai a seconda della composizione delle artiglierie disposte sul Treno Armato. Ulteriori ragguagli ci fornisce l’Almanacco Storico Navale della Marina Militare Italiana, alla vigilia dello sbarco anglo-americano in Sicilia il quadro sistematico di dislocazione dei Treni armati era il seguente:
Marimobil
di Messina
152/1/T a
Termini Imerese (Palermo)
152/2/T a Carini
(Palermo)
102/ 1 /T a
Siracusa
76/1 /T a Porto Empedocle (Agrigento)
76/2/T a Licata (Agrigento)
76/3/T a Mazara del Vallo (Trapani)
120/1/S a Siderno (Reggio Calabria)
120/3/S a Porto Empedocle (Agrigento)
120/4/S a Catania
152/3/T a Crotone (Catanzaro).
Il 152/5/S a
Voltri (Genova)
Il 152/4/T ad
Albisola (Savona)
Il 120/2/S a
Vado (Savona)
Il 76/1/S a
Sampierdarena (Genova).
I due gruppi
vennero sciolti rispettivamente il 31 luglio e il giorno 8 settembre del 1943”.
Conclude, il signor Trucco, specificando che “La mobilitazione dei treni armati fu ordinata il 20 aprile del 1939, in tutto furono approntati 14 treni armati, 5 con pezzi da 152, 4 con pezzi da 120, uno con pezzi da 102, 4 con pezzi da 76. i treni furono assegnati in pari numero ai dipartimenti di La Spezia e Taranto, l’ufficio trasporti del ministero della guerra , provvide a far giungere le locomotive necessarie, mentre al personale FF.SS, fu ordinato di tenersi pronto in attesa della comunicazione della destinazione. Furono attivati due comandi, denominati MARIMOBIL, uno per il nord, MARIMOBIL I con sede a Genova e quello per il sud MARIMOBIL II con sede a Palermo.
La
composizione di un Treno Armato, (estratto sempre dall’Almanacco Storico Navale
della Marina Militare Italiana, alla voce “Treni Armati della Marina”) fu il
seguente:
Configurazione
iniziale
due
locomotive (una in testa e una in coda);
carri
con cannoni antinave scudati o contraerei senza scudi;
un
carro comando;
un
carro con la centrale di tiro (dotato di torretta telemetrica, torretta di
osservazione e tavolo previsione);
un
carro merci scoperto con le mitragliere contraeree;
i
carri per i servizi (cucina ecc.)
Configurazione
(1942)
due
locomotive (una in testa e una in coda);
quattro carri cannoni;
due carri pianali (a 2 assi) per le
mitragliere da 20;
un carro direzione tiro;
un carro santabarbara (a due assi tipo F)
un carro segreteria;
un carro cucina;
un carro bagagliaio;
due carri alloggio;
due carri munizionamento di riserva e uno di
materiali
In realtà, la fortuna di questi treni militari adottati durante lo sbarco anglo americano in Sicilia non arrise alle sorti dei soldati italiani.
Infatti, secondo le fonti storiografiche, la mancanza di un’efficace copertura aerea italiana favorì il predominio dello spazio aereo nemico, compromettendo l’impiego di questi insidiosi e quanto mai imponenti strumenti di difesa militare.
*Virginio Trucco è nato a Roma, ha frequentato l’Istituto Tecnico Nautico “Marcantonio Colonna”, conseguendo il Diploma di Aspirante al comando di navi della Marina Mercantile. Nel 1979, frequenta il corso AUC (Allievo Ufficiale di Complemento) presso l’Accademia Navale di Livorno, prestando servizio come Ufficiale dal 1979 al 1981. Dal 1981 è dipendente di Trenitalia S.p.A.
Si ringraziano l’Azienda Trenitalia S.p.A. il sig. Virginio Trucco, il Dr. Antonio Raspa e il Colonnello Mario Piraino (Direttore della Biblioteca di Presidio del Comando Regione Militare Sud)
Fonte consultata
dall’autore:
Almanacco Storico Navale della Marina Militare Italiana, alla voce “Treni
Armati della Marina”
Treni
armati Regia Marinadigilander.libero.it (http://digilander.libero.it/avantisavoiait/Treni%20armati%20Regia%20Marina.htm)
Treno
corazzato Wikipedia
Regia
Marina Wikipedia
Fonti Bibliografiche utilizzate da Virginio Trucco
Artiglierie
ferroviarie e treni blindati, Ermanno Albertelli editore Parma 1974
Treni
armati – treni ospedale 1915-1945, Ermanno Albertelli editore Parma 1983
I
treni armati della Liguria edizioni Hoepli
La
guerra dei ponti, dopolavoro ferroviario di Savona, Savona 1995
Treni
armati, Francesco Fatuta , supplemento rivista marittima novembre 2002.
Foto di copertina: da Wikipedia
Foto 2 Treno armato in esercitazione sulla Riviera Ligure (da Treni armati Regia Marinadigilander.libero.it)
Foto
3 Vista ravvicinata di un vagone con pezzo scudato da 152 mm (da Treni armati
Regia Marinadigilander.libero.it)
Foto 4 Vista completa di un carro con pezzo scudato e a sinistra carro osservatorio (da Treni armati Regia Marinadigilander.libero.it)
Giuseppe Longo
Nessun commento:
Posta un commento