Cefalunews, 16 novembre 2014
La difesa costiera di Termini Imerese nella Prima Guerra Mondiale. Nel periodo della Grande Guerra divenne essenziale difendere i litorali italiani dall’aggressione nemica.
A fronteggiare questa minaccia oltre alle navi da guerra furono utilizzati anche i Treni Armati o per meglio dire le “navi da guerra su rotaie”. Questi convogli, governati interamente da marinai e fortemente voluti dall’Ammiraglio Paolo Emilio Thaon di Revel, ebbero in dotazione artiglierie con bocche di fuoco di differente calibro, secondo il tratto di costa che bisognava sorvegliare.
Il primo treno ebbe il suo battesimo del fuoco nel 1916 lungo il litorale adriatico, e lo fece per difendere il suolo italiano dal fuoco aereo austriaco. In Sicilia, la difesa territoriale delle coste ricadenti nella provincia di Palermo fu affidata al controllo di guarnigioni che presidiarono per l’appunto un territorio suddiviso in due settori di comando.
La città di Termini Imerese ebbe il proprio settore di
comando all’interno della Caserma La Masa. Abbiamo chiesto al Generale di
Brigata Mario Piraino di parlarci della difesa costiera di Termini Imerese
nella Prima Guerra Mondiale.
Tale Comando, a Termini Imerese era dislocato all’interno della Caserma La Masa, ed era costituito da un battaglione di fanteria, con un distaccamento a Termini bassa, nei pressi di via Artese, detta anche “via dei Soldati”.
Il distaccamento di Termini bassa, in un primo tempo, era preposto al controllo dei magazzini di ammasso del grano e delle derrate alimentari da imbarcare per il fronte e aveva anche personale del Genio Telegrafisti addetto alla gestione del Regio Telegrafo che si trovava nei pressi di Piazza Crispi.
Nella provincia di
Palermo, il Comando Militare Territoriale preposto alla difesa costiera
comprendente le zone che andavano da Balestrate a Finale di Pollina, era
dislocato nell’attuale sede di Palazzo dei Normanni, insieme al Comando
Territoriale della Sicilia; mentre il grosso della truppa era accasermato nei
pressi del molo, all’interno della Caserma Garibaldi (ex caserma borbonica dei
Quattro Venti).
Inoltre, questo settore difensivo poteva avvalersi, lungo la costa, di 4 castelli (Cefalù, Termini, Trabia e San Nicola), presidiati da militari della Fanteria Territoriale. Questi soldati erano armati con fucili Carcano Modello 91.
Il Carcano 91 era un fucile a otturatore girevole-scorrevole adottato dal Regio Esercito italiano nel 1891 che adesso adottava il nuovo piccolo calibro di 6,5 x 52 mm Mannlicher-Carcano. Quindi, i militari di truppa utilizzarono il Fucile Carcano Modello 91, calibro di 6,5 x 52 mm Mannlicher-Carcano.
Mentre ufficiali e sottufficiali utilizzarono a loro scelta o la pistola a tamburo modello “Bodeo” oppure la pistola automatica Beretta, (a quel tempo, il personale in servizio permanente, acquistava in proprio l’arma corta).
Non credo sia arduo supporre che, nei pressi della Stazione di Termini Imerese, in modo baricentrico rispetto alla linea di costa da sorvegliare, in funzione di fuoco antinave, stazionasse un antesignano treno militare con alcuni pianali su cui forse erano montati cannoni di artiglieria navale da 57 mm o da 76 mm. oppure da 120 mm.
All’armamento si aggiungeva anche qualche mitragliatrice
Fiat-Revelli (Mod.1914 cal. 6,5 raffreddata ad acqua), quest’ultima in funzione
contraerea, utilizzando il “sostegno contraereo tipo Valente.
Non è una
novità che, durante la prima guerra mondiale, i settori costieri serviti da
linee ferroviarie litoranee ebbero un’efficace difesa litorale mobile con treni
armati. A ciascun convoglio era assegnato un settore di copertura di circa
60 km di litorale ed esso stazionava solitamente in una stazione o in galleria
nella zona centrale del settore, in modo da poter raggiungere la zona
d’intervento nel minor tempo possibile. Poi arrivarono anche i prigionieri
austroungarici da gestire e impiegare come manodopera, ma questa è un’altra
storia che merita di essere approfondita!»
Bibliografia e sitografia:
Paolo Caccia Dominioni, “1915-1919:
Cronaca inedita della Prima Guerra Mondiale da documenti vari e dal diario del
Tenente Sillavengo”. Longanesi, 1965.
Rita Keglovich, “Prigionieri di guerra
ungheresi in Sicilia dopo la Prima Guerra Mondiale”. Akadémiai Kiadó, Budapest,
2005.
Giuseppe Longo 2014, “Termini
Imerese durante il primo conflitto mondiale e i fanti
bosniaci”. Cefalùnews, 13 novembre.
Foto di copertina: 86° Reggimento Verona
Foto 2: 86° Reggimento Fanteria Brigata Verona
Foto 3: 86° Reggimento di fanteria “Verona” Motto: “Forte e generoso”
Foto 4: Prima Guerra Mondiale Treno armato con pezzi da 120 mm della Regia Marina sul versante Adriatico.
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