Cefalunews, 15 giugno 2022
Nell’aprile del 1939 furono dodici in totale i Treni Armati
della Regia Marina, dislocati nella penisola italiana. Ad ogni treno armato
(T.A.) fu assegnato una sigla (1) che identificava la tipologia del calibro,
il numero progressivo del convoglio, mentre una lettera alfabetica maiuscola
indicava la base logistica di appartenenza: una (S) oppure una (T),
rispettivamente La Spezia o Taranto.
Nell’agosto del
1939 con la mobilitazione generale, vennero costituiti organicamente due Gruppi
di difesa mobile (MARIMOBIL), siti in La Spezia e Taranto, ciascun gruppo fu
posto al comando di un capitano di corvetta. Lo Stato Maggiore della Marina, fu
tenuto a precettare il personale ferroviario preposto ai convogli.
5 treni armati con pezzi da 152/40
4 treni armati
con pezzi da 120/45
1 treno armato con pezzi da 102/35
4 treni armati con pezzi da 76/40 con funzione di
A.A.
Nell’Italia belligerante, l’organico dei treni
armati pertanto non cambiò molto rispetto a quello della Grande Guerra. La
composizione dei convogli ferroviari fu sempre uniforme: un treno operativo di
linea e un treno logistico unificato. Nelle basi logistiche d’appartenenza di
La Spezia e Taranto furono dislocati i seguenti T.A.
6 Treni armati con base logistica a La Spezia e
con il comando a Genova (MARIMOBIL 1)
T.A. 120/1/S Vado Ligure
T.A 120/2/S Albenga
T.A. 120/3/S Albissola
T.A. 120/4/S Cogoleto
T.A. 152/5/S Recco
T.A. 76/1/S Sampierdarena (la difesa A.A. fu
in collaborazione con la Milizia (DICAT) Difesa Controaerei Territoriale)
6 Treni armati con base logistica a Taranto e
con il comando a Palermo (MARIMOBIL 2)
T.A. 152/1/T Termini Imerese
T.A. 152/2/T Carini
T.A. 152/3/T Crotone
T.A. 152/4/T Porto Empedocle
T.A. 102/1/T Siracusa (la difesa A.A. fu in
collaborazione con la Milizia (DICAT) Difesa Controaerei Territoriale)
T.A. 76/1/T Porto Empedocle (la difesa A.A.
fu in collaborazione con la Milizia (DICAT) Difesa Controaerei Territoriale
Il treno operativo di linea era sempre con le
locomotive sotto pressione. Le motrici a vapore erano poste una in testa e
l’altra in coda al treno, pronte a muoversi rapidamente al primo segnale
d’allarme. Le loco appartenevano ai gruppi FS, ossia le Gr. 735 FS oppure le Gr
740 FS, e conferivano al treno una velocità di 65 km/h.
Una volta che i T.A. raggiungevano la zona
d’operazione, l’equipaggio si attivava: i marinai molto celermente provvedevano
a fissare i carri artiglieria nella massicciata (N.d.R. ballast ferroviario),
mediante i martinetti mossi a mano. Un equipaggio ben addestrato poteva essere
pronto al fuoco in 80 secondi da quando il treno era fermo, i pezzi
d’artiglieria venivano caricati con le munizioni, e i serventi pronti ad aprire
il fuoco, attendevano le disposizioni impartite dal carro comando.
T.A. 152/5/S Voltri
T.A. 152/4/S Albissola
T.A. 120/2/S Vado
T.A. 76/1/S Sanpierdarena
Alle
dipendenze dello Stato Maggiore della Regia Marina (Supermarina), tramite il
Comando Militare Marittimo Autonomo della Sicilia, dell’Ammiraglio di squadra
Pietro Barone (1881- 1975), vi erano complessivamente 8 Treni Armati. Infatti,
dal foglio 15709/op a cura Comando Supremo datato 30 giugno 1943, si attesta
che i treni armati della Regia Marina in Sicilia erano i seguenti:
T.A. 120/4/S a Catania
T.A. 102/1/T a Targia (Siracusa)
T.A. 76/2/T a Licata
T.A. 76/1/T a Porto Empedocle
T.A. 120/3/S a Porto Empedocle
T.A. 76/3/T a Mazzara del Vallo
T.A. 152/2/T a Carini
T.A. 152/1/T a Termini Imerese
Sempre nell’anno
1943, il comando di Palermo (MARIMOBIL
2) si trasferì a Messina e fu sottoposto al Comando Militare
Marittimo Autonomo. Il 31 luglio, lo stesso, fu ufficialmente disciolto […] essendo venuti a mancare per eventi bellici tutti i
Treni Armati […]. (Cfr.“Treni
Armati. Contributo ad una storia dei treni armati della Regia Marina”).
In realtà, con lo sbarco degli Alleati in Sicilia,
avvenuto nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1943, Il Comando Militare
Marittimo Autonomo fu inizialmente spostato in Calabria, e il 12 agosto venne
soppresso. Il Gruppo di difesa mobile di Genova (MARIMOBIL
1) fu invece sciolto in data 8 settembre 1943.
Abbiamo chiesto a Virginio Trucco (3) di parlarci del Treno
Armato di Termini Imerese, rammentando ai nostri lettori che il 23 luglio 1943
i reparti americani della 45a divisione
fanteria occuparono Termini Imerese, e lo stesso giorno catturarono il Tenente
Angelo Storbini, Ufficiale in 2a del
T.A. 152/1/T (Cfr.“Treni armati in Sicilia”. Ediz. Illustrata, Edizioni Ardite
2022).
«All’inizio
della guerra, sei treni armati della Regia marina furono dislocati in Sicilia,
per la difesa dei porti principali. A Termini Imerese, fu assegnato il treno
TA152/1/T armato con 4 cannoni da 152mm e 4 cannoni da 76mm con doppia funzione
antiaerea e antinave, questo treno armato come un grosso cacciatorpediniere
aveva giurisdizione su una sessantina di Km di linea, dato che la sua
dislocazione era Termini Imerese, possiamo ipotizzare che la sua zona fosse
compresa fra Palermo e Cefalù.
I pezzi
da 76mm in funzione antiaerea, non avevano una cadenza di tiro abbastanza alta
per contrastare i moderni caccia e cacciabombardieri, la necessità di un
maggiore volume di fuoco è rilevabile dal posizionamento di 4 mitragliatrici
colt da 6.5mm ai lati di un carro con i pezzi da 76mm (vedi foto celebrazione
Santa Barbara). Per questo ai 4 treni da 152 alle dipendenze della sede di
Taranto nel novembre del 1940 un carro con i pezzi da 76mm fu sostituito con un
carro armato con due mitragliatrici Isotta-Fraschini da 20mm.
Terminato il
conflitto con la Francia diversi treni furono ridislocati, il treno presente a
Termini Imeresi fu spostato a Metaponto in Basilicata, per poi rientrare a
Termini Imerese nel ‘43, quando la guerra si avvicinava all’Italia.
La
dislocazione di 9 dei 14 treni armati in Sicilia, dimostra che lo stato
maggiore italiano non aveva creduto alle false informazioni fatte arrivare
dagli inglesi tramite l’Operazione Mincemeat, mentre i tedeschi ci caddero in
pieno.
Nonostante
l’armamento antiaereo, con l’inizio dei bombardamenti da parte dei B-24
Liberator, il treno era completamente inerme tanto che in caso di allarme aereo
l’unica possibilità era di porsi al riparo nella vicina galleria che data la
sua lunghezza poteva ospitarlo completamente, la sosta poteva limitarsi al solo
periodo dell’attacco aereo in quanto una lunga permanenza nella galleria
avrebbe reso irrespirabile l’aria all’interno a causa del fumo emesso dalle due
locomotive.
Purtroppo
la superiorità aerea alleata durante lo sbarco, non permise ai treni armati di
esprimere tutta la loro potenza di fuoco contro le forze da sbarco».
Note:
(1) […] “I Treni armati risultarono contraddistinti da una sigla piuttosto
farraginosa, così strutturata (Cfr. Miozzi) L’abbreviazione «T.A.» per Treno Armato. Un numero romano che indicava il numero dei pezzi imbarcati sul convoglio (non
tutte le fonti riportano questo elemento della sigla, forse per questione di
semplificazione). Un numero arabo che
indicava il calibro. Una barra spaziatrice. Un numero arabo progressivo destinato a identificare i treni dotati di pezzi dello stesso
calibro. Una barra spaziatrice. La sigla alfabetica «S» o «T», per indicare la dipendenza organica disciplinare e
amministrativa dei Comandi logistici di Spezia e Taranto. Pertanto, in via semplificativa, la sigla T.A. IV
120/4/S indicava il quarto convoglio del I Gruppo di Spezia, armato con 4 pezzi
da 120 mm, mentre la sigla T.A. VI 76/1/T identificava il primo convoglio del
II Gruppo di Taranto, armato con 6 pezzi da 76 mm. Comunque, probabilmente a
fini semplificativi, nel riferirsi ai singoli treni, anche a livello ufficiale,
il numero romano indicante i pezzi imbarcati risulta omesso. Nonostante un
attento esame delle fonti consultate, rimangono comunque alcuni dubbi riguardo
la corretta adozione di tali sigle, dubbi che interessano la numerazione
progressiva per calibro e il trasferimento di un Treno Armato da un Gruppo
all’altro […] (Cfr. “Treni
Armati. Contributo ad una storia dei treni armati della Regia Marina”).
(2) 5 T.A. pezzi da 152 mm, 4 T.A. pezzi da 120 mm, 1 T.A. pezzi da 102 mm, e 4 T.A. pezzi da 76 mm (Cfr. “Treni Armati. Contributo ad una storia dei treni
armati della Regia Marina”).
(3) Virginio Trucco è nato a Roma, ha frequentato
l’Istituto Tecnico Nautico “Marcantonio Colonna”, conseguendo il Diploma di
Aspirante al comando di navi della Marina Mercantile. Nel 1979,frequenta il
corso AUC (Allievo Ufficiale di Complemento) presso l’Accademia Navale di
Livorno, prestando servizio come Ufficiale dal 1979 al 1981. Già dipendente di
Trenitalia S.p.A. lo storico navale Virginio Trucco è membro dell’Associazione
Culturale BETASOM (www.betasom.it).
Bibliografia e
sitografia
Paolo Giordani, “I treni armati
dell’Adriatico”, La Lettura, 1º agosto 1917.
Eugenio Falchi, “Una nave sui binari”, in
“Le vie d’Italia” volume 49, 1943.
Giulio Benussi, “Treni Armati – Treni
Ospedale 1915-1945”, Ermanno Albertelli Editore 1983.
Nicola Pignato, “I treni armati della
Regia Marina”, Storia Militare, n. 14, novembre 1994.
Francesco Fatutta, “Treni Armati.
Contributo ad una storia dei treni armati della Regia Marina”, Rivista
marittima, Roma, 2002.
Nicola Pignato, “Duello d’artiglieria al
confine francese”, Storia Militare, n. 128, maggio 2004.
Franco Rebagliati, “I treni
armati della R. Marina in Liguria (1940-1945)”, Alzani Editore, 2004.
Mario Pietrangeli, “Le ferrovie
militarizzate, i treni armati, i treni ospedale nella prima e e seconda guerra
mondiale 1915-1945”, CESTUDEC, 2012.
Virginio Trucco, “I treni armati della
Regia Marina”, in La tecnica professionale, n.s. 20 (2013), n. 7-8, p. 88.
Simone Rosa, “I treni armati italiani.
Sviluppo ed impiego delle corazzate ferroviarie dalle origini al 1945”, Milano,
2016.
Giuseppe Longo, 2016, “Gennaio 1916:
entravano in azione i treni armati della Regia Marina”, Cefalunews, 26 gennaio.
Michele Antonilli, Mario Pietrangeli, “Il ruolo
delle ferrovie nella prima guerra mondiale”, Amarganta, 2018.
Giuseppe Longo, 2020, “La storia dei treni
armati della Regia Marina”, Cefalunews, 28 luglio.
Michele Antonilli, Mario Pietrangeli “Il fischio
del vapore e gli echi delle battaglie. Strade ferrate e Risorgimento lungo la
valle del Tevere”, Amarganta, 2020.
Giuseppe Longo, “Il treno armato tra i due
conflitti mondiali”, in “Pagine sul secondo conflitto mondiale in Sicilia e nel
distretto di Termini Imerese”, Istituto Siciliano Studi Politici ed Economici (I.S.P.E.), Palermo, 2021.
Giuseppe Longo 2021, “Prima Guerra Mondiale: Le navi da
guerra su rotaia. L’esordio in Adriatico”, Cefalùnews, 27 novembre.
Lorenzo Bovi, Calogero Conigliaro, Giuseppe Todaro, “Treni armati
in Sicilia”. Ediz. Illustrata, Edizioni Ardite 2022.
Michele Antonilli, Mario Pietrangeli, “Il ruolo
delle ferrovie nella seconda guerra mondiale”, Amarganta, 2022.
Giuseppe Longo, 2022, “Seconda Guerra
Mondiale. La galleria ferroviaria dismessa di Termini Imerese (PA)”, 16 Maggio
2022.
Si ringrazia:
Virginio Trucco
Antonio Raspa
Enzo Giunta
Alessandro Schifano
Foto di copertina: Treno Armato di Termini Imerese T.A. 152/1/T. Carro Pianale 76/40. Celebrazione officiata da Mons. Tommaso Giunta in occasione della festa di Santa Barbara.Per gentile concessione del Dott. Enzo Giunta.
Foto a corredo dell’articolo: Treno
Armato di Termini Imerese, T.A. 152/1/T. e particolare del Carro Comando,
disegno dell’Ing. Antonio Raspa.
Giuseppe Longo
Nessun commento:
Posta un commento