Cefalunews, 28 luglio 2020
In Italia i
treni armati fecero la loro prima comparsa nel 1915 per far fronte alle
incursioni aeronavali della k.u.k. Kriegsmarine, e k.u.k. Luftfahrtruppen
(marina e aviazione austro-ungarica), lungo tutta la costa adriatica. In
realtà, questi convogli della Regia Marina, posti alle dirette dipendenze del
Comando dei treni armati di Ancona, erano muniti di artiglierie di medio e
piccolo calibro. I convogli furono posti in quelle stazioni ferroviarie
considerate strategicamente favorevoli per raggiungere prontamente le zone a
ridosso delle coste, minacciate dall’imperiale e regia Marina austro-ungarica.
Treno Armato
Composto di 2
locomotive a vapore: Gruppo 350 bis delle
Rete Adriatica (poi Gruppo 290 FS), avente una velocità
massima di 60 Km/h. Oppure Gruppo 875 FS, dalla velocità
massima di 75 Km/h, posizionate una in testa e l’altra in coda al treno;
di 3 o 5 carri
merci, dotati di cannoni e mitragliatrici antiaeree;
di 2 o 4 carri
trasporto munizioni;
di 1 carro
comando per la direzione del tiro.
Treno Ausiliaro
Composto di 3
carrozze alloggio, per ufficiali e sottufficiali;
di 1 carro
refettorio;
di 1 carro
officina;
di 1 carro
impiegato per il deposito materiali e manutenzioni.
A conclusione del
primo conflitto mondiale, sebbene l’Esercito Italiano avesse smantellato i
propri treni armati, la Regia Marina procedette al rinnovamento degli stessi.
Infatti, ciascuno dei 12 treni armati erano composti complessivamente da 17
carri con le rispettive due locomotive: Gruppi: 735 e 740 FS,
ambedue con una velocità massima di 65 Km/h.
Treno Armato
I vagoni del
Treno Armato comprendevano:
4 carri Poz con
cannoni su torri di tipo navale;
2 carri P con
mitragliere antiaeree;
1 carro Po
(modificato), centrale di tiro e osservatorio;
1 carro F per
munizionamento;
Treno Ausiliario
1 carro FI,
bagaglio e fureria;
2 carrozze ABz,
alloggio ufficiali e sottufficiali;
1 carrozza CDy,
alloggio truppa;
1 carro FFI,
cucina e dispensa;
1 carro S.
bagagliaio;
2 carri F, munizionamento
di riserva;
1 carro F,
deposito vettovagliamento.
In realtà, per
fare un esempio, il convoglio del T.A. 152/1/T (Termini Imerese – Palermo),
Gruppo con base logistica a Taranto e Comando operativo a Palermo, era così
identificato:
T.A. “Treno Armato”, 152 “Calibro”, 1 “Numero
d’ordine”, T “Gruppo e base logistica di
Taranto”.
I treni armati
vennero mobilitati, sin dall’inizio del 1940, soprattutto con le prime avvisaglie
delle ostilità al confine con la Francia. In quel contesto furono utilizzati i
seguenti treni armati:
T.A. 120/2/S
T.A. 120/3/S;
T.A. 120/1/S
T.A. 120/5/S.
Gruppo con base
logistica a La Spezia e Comando operativo a Genova
T.A. 120/1/S –
4-120/45 e 2 mitragliatrici cal. 13,2 mm. Breda Mod. 31 a Vado Ligure – Savona.
T.A. 120/2/S –
4-120/45 e 2 mitragliatrici cal. 13,2 mm. Breda Mod. 31 a Albenga – Savona.
T.A. 120/3/S –
4-120/45 e 2 mitragliatrici cal. 13,2 mm. Breda Mod. 31 a Albisola – Savona.
T.A. 120/4/S –
4-120/45 e 2 mitragliatrici cal. 13,2 mm. Breda Mod. 31 a Cogoleto – Genova.
T.A. 120/5/S –
4-120/40 e 2 mitragliatrici cal. 13,2 mm. Breda Mod. 31 a Sampierdarena –
Genova, con compiti antiaerei. (Dovrebbe
trattarsi di un treno da 76 antiaereo).
Gruppo con
base logistica a Taranto e Comando operativo a Palermo
T.A. 152/1/T –
4-120/40, 2-76/40 e 2 mitragliatrici cal. 13,2 mm. Breda Mod. 31 a Termini Imerese
– Palermo.
T.A. 152/2/T –
4-152/40, 2-76/40, 2 mitragliatrici cal. 13,2 mm a Carini-Palermo.
T.A. 152/3/T –
4-152/40, 2-76/40, 2 mitragliatrici cal. 13,2 mm a Crotone-Catanzaro.
T.A. 152/4/T –
4-152/40, 2-76/40, 2 mitragliatrici cal. 13,2 a Porto Empedocle-Agrigento.
T.A. 102/1/T –
6-102/35, 2 mitragliatrici cal. 13,2 mm Breda Mod. 31 a Siracusa, in funzione
contraerea.
T.A. 76/1/T –
4-76/40, 2 mitragliatrici cal. 13,2 mm Breda Mod. 31 a Porto Empedocle, in
funzione contraerea.
Le principali azioni dei treni armati italiani si svolsero su tutto il litorale ligure nel giugno del 1940. In realtà queste “navi su rotaia”, si rivelarono una grave minaccia per gli Alleati, i quali cercarono qualsiasi mezzo per poterli neutralizzare.
Durante lo sbarco anglo-americano in Sicilia (9 luglio – 17 agosto 1943, nome in codice “Operazione Husky”), la partecipazione dei T.A. alle operazioni di guerra fu limitatissima, a causa del totale controllo del cielo da parte dell’aviazione Alleata. Alcuni treni armati furono distrutti durante i bombardamenti, altri sabotati per non cadere in mano nemica, i rimanenti furono inviati nella penisola italiana. Infatti, il T.A. 152/1/T, operante a Termini Imerese fu inviato a Metaponto, in Basilicata.
Abbiamo chiesto
allo storico navale Virginio Trucco (1) di tracciarci un quadro sintetico
sull’impiego dei treni armati della Regia Marina nei due conflitti mondiali.
Inoltre, a
conclusione dell’intervista, mi piace riportare uno stralcio relativo ai Treni
armati (2) estrapolato dal manuale di Polizia Ferroviaria a cura di S.
Frascolla e G. Panico (Funzionari di P.S. presso il Commissariato
Compartimentale di Polizia Ferroviaria di Palermo).
Il predetto
manuale, stampato nel 1951 l’ho trovato tra le carte di mio padre (Cfr. Seconda
Guerra Mondiale: Nel centenario della nascita di Giovanni Longo, marinaio della
Regia Marina, e le navi ospedale), allora, Agente di Pubblica
Sicurezza in forza presso la Polfer di Castelvetrano.
Nella suddetta
monografia, alla pag. 22 del Capitolo I, curiosamente (forse una probabile
riedizione), si parla ancora dei Treni armati, quando questi ultimi,
soprattutto in Sicilia, erano già stati destituiti sin dalla fine del secondo
conflitto mondiale.
«All’alba del 24 maggio 1915, la flotta austriaca si portò davanti alle coste italiane iniziando il bombardamento delle città costiere fra cui Ancona e Brindisi. Questo pose il problema delle coste Adriatiche, non disponendo di abbastanza naviglio minore e dato che la costruzione di fortificazioni costiere richiedeva tempo e soprattutto artiglierie, di cui non vi era disponibilità.
La Regia
Marina mise a disposizione le artiglierie prelevandole dalle sue scorte ed al
fine di coprire più chilometri possibili visto lo sviluppo della linea
adriatica si decise di montarle su carri ferroviari.
Alla fine del 1915 entrò in servizio il primo treno armato seguito da altri 11. I treni armati furono affidati alla Regia Marina sia per la mancanza di artiglieri sia perché si trattava di ingaggiare navi.
I treni furono armati con pezzi da 120 e
152 per il tiro antinave e con pezzi da 76mm per il tiro antinave e antiaereo,
tutti i treni erano armati con 4 cannoni del calibro maggiore e 4 pezzi da 76,
dato il peso dei cannoni i convogli erano cosi composti: per i treni con
cannoni da 152 venivano utilizzati 4 carri, uno per cannone, mentre per quelli
da 120 venivano montati 2 pezzi per carro, come per i cannoni da 76,
completavano il convoglio due carri chiusi utilizzati come santabarbara ed un
carro utilizzato come carro comando direzione tiro.
Ad ogni treno armato era assegnato un treno logistico con le funzioni di alloggio equipaggio e officina mobile. L’utilizzo dei treni armati fu soggetto a precise disposizioni. Ad ogni treno veniva assegnato un tratto di linea ferroviaria di lunghezza fra i 60 e gli 80 Km, nella tratta veniva individuata una stazione atta allo stazionamento dei due treni, dove trascorrere la notte, anche se le locomotive del treno armato dovevano essere sempre mantenute in pressione.
Poco prima dell’alba tutto il traffico ferroviario veniva interrotto ed il treno armato si portava in una stazione a circa metà della tratta assegnata, detta stazione di appostamento. In caso di allarme i dirigenti movimento dovevano interrompere il traffico per far in modo che il treno potesse rapidamente raggiungere il luogo sotto attacco.
Giunti sul posto l’equipaggio preparava il
treno per il fuoco, i carri erano dotati di speciali mensole con martinetti a
vite che servivano a scaricare la forza del rinculo a terra e non sulle rotaie,
con un equipaggio ben addestrato, da quando si fermava il treno era pronto al
fuoco in meno di 2 minuti.
Durante il conflitto i treni armati diedero buoni risultati così che alla fine del conflitto lo Stato Maggiore della Marina, mentre alcuni treni venivano posti in riserva ed altri disarmati, iniziò uno studio per il loro impiego su tutti i tratti dove il tracciato ferroviario seguiva la costa, furono così prese in considerazione le caratteristiche delle tratte interessate, la velocità, il peso massimo sopportabile dalla linea, la disposizione delle stazioni e il numero e capacità dei binari di ricovero.
Dallo studio scaturì che il calibro
consigliato dei cannoni doveva essere il 152mm o il 120mm, il numero massimo
dei pezzi 4, inoltre per contenere i pesi del convoglio le cariche di lancio
dovevano essere ridotte ma atte a garantire una gittata di 9 mg. La tratta
doveva essere al massimo 40/50 Km.
La conclusione dello studio prevedeva l’utilizzo di 33 convogli per la difesa costiera. Lo studio rimase alla fase di progetto e definitivamente abbandonato a metà degli anni 30, anche se nel 1936 la marina costruì un prototipo di carro armato con un cannone scudato da 120mm con alle estremità due strutture una blindata utilizzata come riservetta di pronto impiego e l’altra come ricovero per il personale durante i trasferimenti.
Il 20 aprile 1939 fu ordinata la mobilitazione dei treni armati, furono approntati 12 treni armati e successivamente altri due per un totale di 14; 5 con pezzi da 152mm, 4 con pezzi da 120mm, uno con pezzi da 102mm per l’utilizzo antiaereo e 4 da 76mm doppio uso.
I treni furono assegnati in pari numero ai dipartimenti di La
Spezia e Taranto e furono istituiti due appositi comandi denominati Marimobil,
Marimobil 1 per il nord con sede a Genova e Marimobil 2 per il sud con sede a
Palermo. Dove possibile si approntarono dei baraccamenti per gli equipaggi
nella stazione di assegnazione del treno al fine di risparmiare il treno
logistico. I treni furono operativi fra il 15 ed il 25 aprile 1940 e furono
così dislocati.
Marimobil 1
TA152/1/S a
Recco
TA120/1/S a Vado
Ligure
TA120/2/S ad
Albenga
TA120/3/S ad
Albisola
TA120/4/S a
Genova Cogoleto
TA76/1/S a
Genova Sampierdarena con funzioni antiaeree
Marimobil 2
TA152/1/T a
Termini Imerese
TA152/2/T a
Carini
TA152/3/T a
Crotone
TA152/4/T a
Porto Empedocle
TA102/1/T a
Siracusa con funzione antiaerea
TA76/1/T a
Porto Empedocle con funzione antiaerea
Giunto in
prossimità di Capo Mortola, il treno si mise in posizione ed in
mezzora tirò contro i forti 232 colpi, finché inquadrato dall’artiglieria
nemica si rifugiò nella galleria Hambury. Nel pomeriggio ricevette l’ordine di
riprendere il fuoco, alle 14.00 uscì dalla galleria, ma venne subito inquadrato
dall’artiglieria nemica, un colpo nelle vicinanze provocò lo spostamento
di un cannone che si incastrò nel muraglione ed immobilizzò il convoglio.
Il comandante
del treno T.V. Ingrao ordinò all’equipaggio di ripararsi in galleria,
mentre lui con cinque uomini sganciava il carro santabarbara dal convoglio e lo
ricoverava in galleria, purtroppo terminato il compito furono colpiti dalle
schegge di una granata che causò la morte dell’ufficiale. Solo dopo un’ora e
mezza di tentativi il treno poté ricoverarsi in galleria.
Il giorno
seguente lo stesso ordine venne dato ai treni TA125/1/S e TA120/1/S, giunti in
posizione i treni aprirono il fuoco sparando verso i forti 150 colpi da 120 e
208 da 152, questa volta grazie ai piovaschi il nemico non riuscì ad
individuare i treni, i treni TA120/4/S e TA76/1/S concorsero alla difesa di
Genova contro i bombardamenti navale e aerei. A novembre del 1940
grazie alla sostituzione dei due pezzi contraerei da 76/40 con mitragliere
Breda da 20mm furono assemblati altri due treni denominati TA76/2/T e TA76/3/T
che vennero dislocati a Licata e Mazara del Vallo, con l’approssimarsi del
conflitto alle coste italiane, i convogli furono riassegnati, al 10 giugno del
1943 vi era la seguente situazione.
Marimobil 1
TA152/1/S a
Voltri
TA152/4/T ad
Albisola
TA120/2/S a Vado
Ligure
TA76/1/S a
Genova Sampierdarena
Marimobil 2
TA152/1/T a
Termini Imerese
TA152/2/T a
Carini
TA152/3/T a
Crotone
TA120/1/S a
Siderno
TA120/3/S a
Porto Empedocle
TA120/4/S a
Catania
TA102/1/T a
Siracusa
TA76/1/T a Porto
Empedocle
TA76/2/T a
Mazzara del Vallo
TA76/3/T a
Licata
(2) Treni armati «Apparvero per la prima volta in Italia durante la guerra 1915-18 per sopperire alle deficienze difensive della costa adriatica, abbastanza lunga, ma priva di basi navale efficienti.
Furono rimessi
in linea nella guerra del 1940-43 lungo le coste del Tirreno, con compiti
eminentemente difensivi. Per l’impiego si ricorre a personale militare, sia
esso di marina che dell’esercito, a seconda delle esigenze tecniche e tattiche.
Sono per lo più
costituiti da due locomotive o locomotori, uno in testa e l’altro in coda, da
un numero di carri adeguato alle necessità belliche ed alla prestazione delle
locomotive. I carri ferroviari impiegati poggiano su robusti carrelli e sono
costituiti con materiale ferroso pesante e pregiato. Su ognuno di essi viene di
solito installato un pezzo di artiglieria di grosso calibro con relativo scudo
ed altri accessori (mensole di acciaio e congegni di sicurezza e saldezza
vari).
Su altri carri,
per lo più scoperti, con ribalte metalliche, vengono piazzate le mitragliere
antiaeree, con relativo munizionamento ed accessori. Altri ancora sono adibiti
rispettivamente per il carro comando, centrale di tiro, con una apertura
circolare nel tetto per il Direttore del tiro ed altra per il telemetro, carro
deposito munizioni, carro cucina, carro letti.
Non è nostro
compito parlare della composizione e dell’impiego di detti treni armati di cui ci
limitiamo ad accennare la esistenza, comunque è opportuno sapere che l’impiego
richiede personale e quadri provetti, allenati e per lo più specializzati.
Praticamente su
di essi la Polfer non ha alcuna ingerenza, a meno che non venga espressamente
richiesta per compiti particolari di vigilanza o di altro genere».
Bibliografia e sitografia
Stefano
Frascolla, Giuseppe Panico – Treni armati, Manuale di Polizia
Ferroviaria, Arti Grafiche Renna Palermo, 10 agosto 1951.
Marco Cacozza
– Treni Armati e treni militari, Tutto Treno n. 124, ottobre
1999.
Marco Cacozza
– I treni armati della Marina Militare, Tutto Treno n. 152,
aprile 2002.
Giuseppe Longo, Il Treno Armato di Termini Imerese nel contesto della difesa costiera
siciliana, Giornale del Mediterraneo, 8 marzo 2013.
Giuseppe Longo, Quando
Termini Imerese negli anni Quaranta proteggeva le sue coste con il “Treno
Armato”, MadonieLive, 1 aprile 2013.
Giuseppe Longo, Il treno
armato tra i due conflitti mondiali, Il Caleidoscopio.info, 15
agosto 2013.
Giovanni
Cornolò, Locomotive a vapore, Tutto Treno, secondo fascicolo 2014,
Ermanno Albertelli Editore, Duegi Editrice.
Giovanni
Cornolò, Locomotive a vapore, Tutto Treno, terzo fascicolo 2014,
Ermanno Albertelli Editore, Duegi Editrice.
Giovanni
Cornolò, Locomotive a vapore, Tutto Treno, quarto fascicolo 2014,
Ermanno Albertelli Editore, Duegi Editrice.
Giuseppe Longo, Il ruolo delle Ferrovie dello Stato nella Prima Guerra Mondiale (prima
parte) Cefalùnews, 5 ottobre 2015 (sintesi della Conferenza del Colonnello
Mario Pietrangeli e dell’Ingegner Michele Antonilli, dal titolo: “Il ruolo
delle Ferrovie dello Stato nella Prima Guerra Mondiale”, Fondazione “Cesare
Pozzo, 18 settembre 2015).
Giuseppe Longo, Il ruolo
delle Ferrovie dello Stato nella Prima Guerra Mondiale (seconda
parte), Cefalùnews, 6 ottobre 2015 (sintesi della Conferenza del Colonnello
Mario Pietrangeli e dell’Ingegner Michele Antonilli, dal titolo: “Il ruolo
delle Ferrovie dello Stato nella Prima Guerra Mondiale”, Fondazione “Cesare
Pozzo, 18 settembre 2015).
Giuseppe Longo, Il ruolo
delle Ferrovie dello Stato nella Prima Guerra Mondiale (terza
parte), Cefalùnews, 7 ottobre 2015 (sintesi della Conferenza del Colonnello
Mario Pietrangeli e dell’Ingegner Michele Antonilli, dal titolo: “Il ruolo
delle Ferrovie dello Stato nella Prima Guerra Mondiale”, Fondazione “Cesare
Pozzo, 18 settembre 2015).
Giuseppe Longo, Gennaio
1916: entravano in azione i treni armati della Regia Marina,
Cefalùnews, 26 gennaio 2016.
Giuseppe Longo, Il ruolo
storico ed “eroico” del Treno Armato di Termini Imerese durante la Seconda
Guerra Mondiale (Luglio 1943), Cefalùnews, 27 dicembre
2018.
Foto di
copertina, Treno Armato con cannoni da 152, della Prima Guerra Mondiale, presso
Civitanova Marche.
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